Chiara Virgilio e Alessandro Secci

Mariusz Kluzniak/Flickr
Perdita dei punti di riferimento, solitudine, sensazione di sradicamento. Aspettative disattese. Ecco alcuni degli aspetti psicologici, spesso sottovalutati, che un expat affronta quando lascia il proprio paese e va a vivere all’estero. Una volta che si è trovato l’alloggio, sistemate questioni come visto o lavoro, bisogna fare i conti con il cambiamento appena avvenuto: nuove abitudini e un contesto profondamente diverso da quello lasciato. Non si è più immersi nel tessuto sociale italiano e non si può più contare sul supporto del nostro gruppo di riferimento.
«Quando si emigra si perde il supporto del proprio gruppo di riferimento»
Noi siamo Chiara e Alessandro, due psicoterapeuti che come molti altri italiani all’estero hanno lasciato il Bel Paese per vivere e lavorare nella capitale britannica. Alessandro con una formazione in Psicoterapia maturata in quindici anni di esperienza tra Bologna e Firenze, e Chiara una formazione a Roma prima in Psicologia poi in Psicoterapia dei gruppi. Insieme ci occupiamo del fenomeno degli expat sia in ambito di psicoterapia individuale che soprattutto in ambito di gruppo.
Su Linkiesta curiamo una rubrica mensile dedicata ai temi che caratterizzano il vissuto degli expat. Esploreremo i temi dell’autostima, dei rapporti con le distanze e i confini. Sarà un viaggio che scorrerà parallelo al percorso di gruppo per italiani a Londra iniziato lo scorso 11 aprile.